Infezioni post intervento di pacemaker e altri dispositivi cardiaci (cateteri e defibrillatori)

6 Novembre 2021
Il principale errore medico relativo alle infezioni post-intervento di pacemaker e altri dispositivi cardiaci, che determina il diritto al risarcimento del danno, consiste nella loro mancata diagnosi da parte del personale medico.

Le infezioni correlate all’utilizzo di dispositivi cardiaci elettronici impiantabili (CIED), ovvero pacemaker, cateteri e defibrillatori, sono uno dei rischi più gravi per il paziente che si sottopone a questo tipo di interventi. Sono infezioni estremamente pericolose e spesso letali.
Oltre ai noti fattori di rischio delle infezioni nosocomiali in generale (che riguardano soprattutto l’igiene della struttura, dei medici e degli strumenti), il principale errore medico relativo alle infezioni post-intervento di pacemaker e altri dispositivi cardiaci, che determina il diritto al risarcimento del danno, consiste nella loro mancata diagnosi da parte del personale medico.
Il trattamento tardivo delle gravi conseguenze che queste infezioni arrecano su un paziente già debilitato a causa dell’intervento, può spesso non essere efficace.

POSSIBILI FOCOLAI SETTICI

Nella maggior parte dei casi, l’infezione parte dalla cute del paziente in fase di intervento chirurgico, infettando la tasca del generatore e diffondendosi agli elettro-cateteri inseriti nelle vene, per arrivare fino alla superficie cardiaca, formando focolai settici nei tessuti circostanti.
I sintomi di questo processo possono non essere del tutto evidenti, e possono essere confusi con banali febbri e dolori articolari.

La tempestività nel riconoscerli da parte dei medici, è fondamentale per la sopravvivenza del paziente.
In Italia, l’incidenza delle infezioni CIED è stimata intorno al 3% ad un anno dall’impianto, e al 5% a tre anni, tassi molto significativi e con un trend in aumento dagli ultimi decenni.
Le infezioni CIED sono causate principalmente da germi molto resistenti, difficili da debellare, spesso dovuti anche ad un’errata terapia antibiotica nella fase post-operatoria.

Ci sono dieci anni di tempo per richiedere il risarcimento del danno subito a causa di un errore medico per infezioni post intervento di pacemaker e altri dispositivi cardiaci.
Se ritieni di esserne stato vittima, ti invitiamo a contattare lo Studio Legale Sgromo. I nostri professionisti saranno a tua disposizione per aiutarti ad avere giustizia.

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